
Dissipare i Miti sul Bilinguismo in Italia
La risposta a cosa significhi essere, e quindi diventare bilingue, è semplice ma non scontata; soprattutto perché in Italia c’è ancora molta confusione sul termine. Molto diffusa è infatti la credenza che essere bilingue significhi “raggiungere un livello C2 di madrelinguismo in inglese”, quasi come se si dovesse parlare come un professore di Harvard per essere considerati tale. Cosa che, se fosse vera, ci obbligherebbe a decimare circa tre quarti della popolazione mondiale bilingue!
Le Sfumature del Bilinguismo e del Madrelinguismo
Non esiste un solo tipo di bilinguismo. Proprio come ci sono infinite sfumature di madrelinguismo – ovvero madrelingue più o meno eruditi – esistono anche infinite sfumature di bilinguismo. Ad esempio, ci sono bilingui che, per la natura del loro lavoro, hanno sviluppato nel tempo un vocabolario ampio e ricercato; come pure bilingui che per il tipo di educazione che hanno ricevuto, oppure per l’attività che svolgono, se la cavano con molto meno. Eppure, nonostante questo, rimangono pur sempre dei bilingui perché, nel bilinguismo, ciò che conta non è il numero di vocaboli che conosci o l’accento che esibisci, ma il modo in cui parli la lingua, vale a dire di pancia e non di testa.
Parlare “di pancia” significa parlare la lingua in modo spontaneo, quindi senza fatica, lasciando che siano le parole a fluire naturalmente da sole e non che sia tu a doverti sforzare per tirarle fuori; parlare “di testa” significa invece farlo in modo mnemonico e calcolato, traducendo cioè a mente parola per parola. La stessa Treccani, nel definire il termine bilinguismo, non fa alcun riferimento ai livelli C1/C2, bensì parla di bilinguismo come della capacità di parlare ambo le lingue agevolmente e senza difficoltà.
E per parlare senza sforzo e senza fatica, c’è una sola cosa che conta davvero e che fa la differenza: imparare a parlare e pensare nello stesso idioma. Il bilingue è infatti colui che non pensa in italiano per poi tradurre a mente in inglese, anzi: egli pensa direttamente in inglese e, come pensa, parla, e lo fa senza sforzo perché nella sua testa non ci sono filtri, né tantomeno traduzione. Il suo cervello non ha bisogno di ricorrere ad alcun calcolo o rielaborazione mentale: i pensieri, come vengono creati, automaticamente vengono fuori, senza bisogno di essere tradotti.
Il segreto per diventare bilingue è fondamentalmente culturale. La capacità di parlare senza sforzo e fatica in una seconda lingua proviene dalla capacità di pensare direttamente in quella lingua. Non si tratta di tradurre in inglese nella tua testa; si tratta di pensare in inglese fin dall’inizio.

La Lingua Come Espressione della Cultura
La vera discriminante nel bilinguismo è quindi il pensiero. Questo aspetto che cambia radicalmente il rapporto che una persona ha con la lingua, e che distingue di fatto uno studente bilingue (per esempio) da uno studente ESL (english as a second language).
Mentre uno studente ESL vede la lingua inglese come una mera lista di vocaboli e regole grammaticali da imparare a memoria, il bilingue concepisce invece la seconda lingua come il risultato di determinato modo di pensare e di vedere le cose – quindi come il prodotto di una certa cultura – che, nel momento in cui diventa parte integrante di te, ti porta naturalmente ad esprimerti, servendoti di un certo vocabolario e grammatica. Come spiegava il linguista tedesco Wilhelm Von Humboldt agli inizi dell’Ottocento, la lingua di un popolo altro non è che il prodotto della sua cultura, il risultato di un modo di pensare e di vedere le cose che si è poi riversato sulla lingua determinando la sua forma e la sua struttura (grammatica e vocaboli) secondo la catena del formalizzarsi di una lingua. Ad esempio, la lingua inglese presenta oggi una certa forma e struttura è proprio perché essa è il prodotto di un modo di vedere, di pensare e di intendere la realtà che è propria del popolo inglese, e che ha finito poi per determinare il suo modo di sentire, agire e dunque parlare.
“Io penso e, in base a come penso, agisco e dunque parlo” (Fabrizia Zorzenon)

Split di Personalità: La Doppia Identità Culturale del Bilingue
Quanto cambi il tuo modo di vedere la lingua cambia di conseguenza anche il tuo rapporto con essa. Da un qualcosa di mnemonico ed estraneo (straniero, appunto), diventa al contrario un elemento in grado di influenzare il tuo stesso modo di pensare e di vedere le cose. La lingua inizia così a scorrerti nelle vene e a influenzare la tua personalità, fino a diventare parte integrante di te e a ridefinire chi sei, come ti presenti e come interagisci con gli altri. Il bilingue è quindi una persona che non si limita semplicemente a parlare la seconda lingua, ma la incarna e personifica nel pensiero e nella mentalità. Non a caso si dice che uno degli aspetti più comuni dell’essere bilingue sia proprio lo “split” di personalità, vale a dire il sentirsi “diversi”, osservando il cambiamento delle proprie idee a seconda della lingua che si parla.
Diventare Bilingue a Qualsiasi Età: Una Scelta di Vita e Cultura
Essere bilingue non è quindi una prerogativa dell’infanzia. Proprio perché esso è legato alla capacità di una persona di ampliare i propri orizzonti culturali (imparando a osservare la realtà contemporaneamente da diversi punti di vista, e sviluppando una seconda mentalità), bilingue lo si può diventare a tutte le età, tanto che esistono nomi specifici per distinguere tra coloro che lo sono diventati da bambini o coloro che invece l’hanno vissuto da adulti. E – statistiche alla mano – quest’ultimi sono di fatto la maggioranza: oggi si stima che più della metà della popolazione mondiale sia bilingue e che il 60-70% di questi lo sia diventata in età adulta, e soprattutto per scelta.
Cosa significa “per scelta”? Significa che alla base c’è stata una volontà, una necessità che ha portato la persona non solo a voler imparare la lingua, ma anche ad abbracciare ciò che essa rappresenta, quindi la sua cultura, gli ideali e le tradizioni. A volte è la vita stessa a richiedere questo cambiamento (Es. quando ti trasferisci all’estero e vuoi integrarti in un comunità, è necessario imparare ad adattarsi), ma, la maggior parte delle volte, ciò di cui hai bisogno è semplicemente un metodo di studio che ti insegni a vedere la lingua in modo differente, permettendoti di fare uno switch culturale, ancor prima che linguistico.
Come scriveva Flora Lewis, giornalista americana, “apprendere una lingua non è solo imparare parole differenti per le stesse cose, ma anche imparare un modo differente di vederle.” Questa famosa citazione descrive in poche parole la magia di diventare bilingue, che equivale all’opportunità di espandere i propri orizzonti culturali, aprendosi a una visione completamente nuova della vita. E Code-Switching è l’unico corso di inglese che ti insegna per prima cosa la cultura – insegnadoti cioè a pensare in inglese – che è la condizione necessaria e indispensabile per diventare bilingue.

RIASSUNTO PER PUNTI CHIAVE
- Che cosa significa essere bilingue: il bilinguismo non ha nulla a che vedere con accento, vocabolario o grammatica. Esso invece si riferisce alla modalità con cui parlare la lingua: di pancia e non di testa.
- Per riuscire a parlare di pancia, occorre parlare e pensare nello stesso idioma. Solo così le parole possono uscire in modo naturale, senza il bisogno di essere create meccanicamente attraverso la traduzione.
- Dato che nel bilinguismo la discriminante è il pensiero (e non la lingua di per sé), il bilingue tende a sviluppare con questa un rapporto diverso. La lingua diventa infatti qualcosa che è una sua parte integrante, in grado di influenzare il suo stesso modo di pensare e vedere le cose. Da qui il famoso “split di personalità”, che è una caratteristica comune a molti bilingui.
- Proprio perché il bilinguismo è il risultato dell’abilità di imparare a vedere le cose da più punti di vista, questa è una skill che non è solo prerogativa dei bambini. Infatti, qualsiasi adulto può, in qualsiasi momento, scegliere di espandere i propri orizzonti culturali e di riscoprire sé stesso sotto una luce differente.
- A volte è la vita stessa che ti costringe a cambiare il modo di pensare. E, in questo caso, ciò di cui hai bisogno può essere semplicemente un metodo di studio che ti insegni a fare un cambio di prospettiva e a vedere la lingua in modo diverso; in altre parole, qualcosa che ti insegni a fare uno switch culturale ancor prima che linguistico.
- Code-Switching è l’unico corso di inglese che mette il pensiero (la cultura) prima della lingua, permettendoti non solo di imparare la lingua ma anche di farla tua, proprio come la tua madrelingua.
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