November 18, 2023

Quale Differenza tra un Parlato Naturale e un Parlato Perfetto?

INSPIRATIONAL

"The limits of my language mean the limits of my world."

Non è mai tardi per diventare bilingue!

Introduzione al Metodo
Frau Zorzenon

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Ludwig Wittgenstein


Un messaggio per gli aspiranti bilingue!

Sono Fabrizia! 😊

Qualche settimana fa, ho inviato un piccolo memo ai miei studenti di Code-Switching per ricordare loro una verità importante che spesso, a causa di metodi di studio obsoleti, si tende a dimenticare. Oggi, ho pensato di condividerla anche con te, perché potrebbe esserti utile nel tuo viaggio verso il bilinguismo o il doppio madrelinguismo.

Ovviamente, presumo che tu abbia già letto il mio libro, “Il Segreto per Un Parlato da Madrelingua”, e quindi sai cosa intendo quando parlo di “parlato di pancia” e “mixer percettivo”. Se ti sfugge, ecco nuovamente il link per rinfrescare la memoria. 😊

Comunque, ecco il messaggio:

Esiste una distinzione fondamentale tra un parlato naturale e uno perfetto, e comprendere questa differenza è chiave per sbloccare il nostro potenziale linguistico.

Il parlato naturale è fluido e spontaneo, nasce dal profondo, dalla “pancia”, dove risiedono i nostri istinti. Quando permettiamo alla pancia di parlare (“… mi è uscito proprio di pancia!”), le parole fluiscono da sole, liberamente, senza bisogno di doverle pensare. Al contrario, quando la testa prende il controllo, ci ritroviamo intrappolati in un processo di traduzione meccanica e ricerca estenuante delle parole, che rende il parlato tutt’altro che naturale.

Per riuscire a parlare in modo naturale, è essenziale che tutti i canali del nostro mixer percettivo siano ben aperti (cosa che si ottiene con Cultura e Suono) e che la pancia sia “attivata”.

 La perfezione linguistica (o proprietà di linguaggio), invece, è qualcosa di diverso. Questa è una competenza che si affina con gli anni, attraverso pratica e lettura continua. Se oggi siamo in grado di parlare l’italiano così bene è perché abbiamo alle spalle anni di educazione (elementari, medie, superiori, università) che ci hanno permesso, giorno dopo giorno, non solo di ampliare le nostre conoscenze, ma anche – indirettamente – di perfezionare il nostro linguaggio.

“Indirettamente” significa che il processo di perfezionamento è accaduto in modo naturale, senza ce ne rendessimo conto. E questo è stato possibile perché, a monte, la pancia era “attivata”, ovvero “ricettiva”. Quando la pancia è attiva, questa registra naturalmente le informazioni, le interiorizza e, al momento del bisogno (quando abbiamo qualcosa da dire), le butta fuori liberamente.

Con le lingue straniere, la formula è la stessa: iniziamo attivando la pancia per renderci recettivi e poi, con pratica costante (e un po’ di pazienza), affiniamo tutto il resto. Ricordiamoci: dietro ogni oratore eloquente che ammiriamo, c’è un profondo impegno e preparazione.

Aspirare alla perfezione linguistica è un obiettivo nobile. È ciò che ci motiva a crescere e a superare ogni giorno i nostri limiti. Tuttavia, per avvicinarci a questo ideale, dobbiamo prima attivare la pancia. Se questa è bloccata, conoscere vocaboli e grammatica serve a poco. Al contrario, quando si sblocca, la crescita linguistica diventa rapida e esponenziale.

In sostanza, se il tuo obiettivo è raggiungere un parlato da madrelingua, dimentica la perfezione. Più la inseguirai, più questa genererà stress e tensione, diventando un ostacolo alla tua crescita linguistica. Se ciò che desideri è il madrelinguismo, devi concentrarti su altro: devi prima di tutto sbloccare la pancia, utilizzando le due chiavi fondamentali del bilinguismo: Cultura e Suono.

Alla prossima!

Fabrizia

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